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LA TRAGEDIA DEGLI ALBERTI

LA TRAGEDIA DEGLI ALBERTI
DITE IL SUO NOME
di Emanuele Milasi

[…] 300 porte. Quella era la mia stanza. C'erano tante stanze. Di roccia. E lì, lì facevamo un gioco che non ricordo. Un gioco di cui ho in mente solo la fine. Veloci, contro un albero. Il primo che arriva dice Dì il tuo, nome, urla il tuo nome! Poi arrivano gli altri, tutti. E poi l'ultimo, lo sconfitto, l'ultimo. Tutti dicono dì il tuo nome,  lo sconfitto li guarda e tutti: gridalo, dì il tuo nome, diccelo, dillo!



regia Americo Melchionda
con Maria Milasi, Maurizio Spicuzza, Kristina Mravcova,  Americo Melchionda


note di regia

Chi è il vero sconfitto di questa storia? Chi è la vittima e chi il carnefice?
Forse non è compito nostro ricercare le cause della Strage di Pentedattilo. Possiamo solo immaginare quella notte di Pasqua del 1686, quell'irruzione nel castello dalle trecento porte scolpito nella roccia a forma di una gigantesca mano che sembra proteggere…ma che quella notte non può nulla o non fa nulla...
[...] Germogli bianchi che diventano rossi, rocce che bruciano, la pietra che prende fuoco. Avete mai tagliato la coda a una lucertola? Per quanto tempo si muove ancora?
Ed è così che Antonietta inizia ad interloquire con il pubblico, con un linguaggio scarno, lucidamente sprezzante e crudo, parla al viaggiatore moderno che esplora quella roccia... per ricordare, e ricordarsi e rendere la memoria di un luogo.


note dell'autore

[...] C'è una storia che mi è sempre piaciuta. Parla di un lupo e di una lepre piccola, piccola quanto il palmo della mia mano, che non sapeva saltare. Una lepre che non sa saltare, che vergogna. Un giorno incontrò il lupo che la bloccò, pronto per mangiarla. Fermo! Disse la lepre, fermo non puoi mangiarmi. Beh, questa è nuova, rispose il lupo, e perché mai? Perché non so saltare. Il lupo rise, rise che la testa quasi gli cadde . Davvero non sai saltare? Una lepre che non sa saltare, che vergogna. Facciamo un patto. Io ti insegno a saltare. Quando avrai imparato, tu sarai la mia preda [...].
Antonietta, Annetta, Lorenzo, Bernardino….abbiamo voluto fermarci lì, per iniziare a conoscere alcuni personaggi di questa storia terrificante, che se ancora riesci a sentirlo il silenzio della rocca di Pentedattilo le riconosci quelle voci, e vorresti decifrarle per diventar loro amico ed ascoltare  il finale di quella favola crudele , magari  dalla stessa voce di Antonietta. [...] E dopo molto tempo la lepre saltò, saltò davvero. Il lupo la guardò fiero, la lepre era raggiante. Adesso puoi mangiarmi, disse tristemente la lepre. Il lupo la guardò, poi, sforzandosi, disse: io non posso più mangiarti, perché ti amo. La lepre allora [...].


storia dello spettacolo

Lo spettacolo è una delle tappe del progetto "I Borghi della Memoria" promosso nel 2009 dalla Provincia di Reggio Calabria. Il regista Americo Melchionda ne aveva già curato anni prima un allestimento attraverso uno spettacolo itinerante che aveva coinvolto circa venti attori. La nuova evoluzione di quell'idea originaria ha voluto invece rendere in chiave contemporanea una tragedia antica con la partecipazione di quattro attori che casualmente si incontrano nel suggestivo sito di Pentedattilo per indagare sulla storia e la leggenda  della strage, per poi ritrovarsi ad incarnare quegli stessi personaggi evocati dalla loro indagine.


 
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